La Russia, con la sua estensione immensa e il suo passato complesso, è una delle nazioni più affascinanti del mondo. La sua storia, segnata da eventi drammatici, personaggi carismatici e trasformazioni radicali, continua a influenzare il presente e il panorama geopolitico globale.

In questo riassunto della storia della Russia, esploreremo nove capitoli fondamentali per comprendere l’evoluzione del Paese. È un viaggio attraverso palazzi, giardini, musei, monumenti e, soprattutto, le azioni di grandi personaggi principali della storia russa.

1. Le Origini della Russia: Dai Variaghi a Kiev

Variaghi

Le radici della Russia affondano nel IX secolo, quando i Variaghi (Vichinghi provenienti dalla Scandinavia), invitati dalle popolazioni slave orientali, si insediarono lungo i principali corsi d’acqua dell’Europa orientale. Questi guerrieri-navigatori, guidati secondo le cronache da Rjurik e poi da Oleg, gettarono le basi del primo nucleo statale noto come Rus’ di Kiev. Questo antico Stato non fu solo una federazione di tribù slave, ma un crocevia di influenze culturali e religiose provenienti da Bisanzio e dall’Asia.

Con la conversione al cristianesimo nel 988 e l’adozione dell’alfabeto cirillico, la Rus’ di Kiev rappresentò il primo tentativo concreto di unificazione e organizzazione politica duratura nella regione. Sebbene non esistesse ancora un’entità chiamata ‘Russia’, fu da qui che ebbe inizio la lunga evoluzione dello Stato russo, i cui creatori gettarono le fondamenta per ciò che sarebbe diventato un impero vastissimo.

  • Fondazione della Rus’ di Kiev nel IX secolo;
  • Conversione al cristianesimo nel 988 per opera di Vladimir il Grande;
  • Influenza bizantina e creazione dell’alfabeto cirillico;
  • Inizio della cultura russa scritta e della tradizione religiosa ortodossa;
  • Importanza strategica di Kiev come centro commerciale e culturale-

2. L’Età dell’Invasione Mongola

Nel XIII secolo, la Russia subì una delle sue più gravi crisi storiche con l’invasione dei Tartari, guidati da Batu Khan, nipote di Gengis Khan. Tra il 1237 e il 1240, le principali città della Rus’ vennero saccheggiate e rase al suolo: Mosca, Vladimir e, soprattutto, Kiev subirono distruzioni devastanti. I territori della Rus’ finirono sotto il controllo dell’Orda d’Oro, un potente stato mongolo che imponeva tributi annuali e subordinava i principati russi alla sua autorità. Questa dominazione, durata quasi due secoli, bloccò lo sviluppo economico e culturale locale, ma al tempo stesso rafforzò la centralità del Principato di Mosca, che seppe collaborare con gli invasori per ottenere vantaggi strategici. Il dominio mongolo, pur violento, influenzò profondamente le strutture militari e amministrative future della Russia, contribuendo paradossalmente a consolidare alcuni elementi dell’identità statale russa.

Punti chiave:

  • Invasione dei Tartari nel 1237-1240
  • Dominazione mongola durata circa due secoli
  • Pagamento di tributi e perdita dell’indipendenza politica
  • Nascita di nuove potenze regionali, tra cui il Principato di Mosca
  • Erosione della centralità di Kiev a favore di Mosca

3. L’Ascesa di Mosca e Ivan il Terribile

Ivan Il Terribie

Nel XV e XVI secolo, Mosca si affermò come il fulcro del potere politico e religioso dei principati russi, grazie anche alla sua posizione geografica strategica e alla crescente influenza della Chiesa ortodossa.

Questo processo culminò nella proclamazione dello zarato russo nel 1547, quando il Principe Ivan IV, noto come Ivan il Terribile, fu incoronato come primo zar di tutte le Russie.

Figura controversa e potentemente simbolica, Ivan IV è considerato uno dei principali creatori dello Stato Russo: sotto il suo regno, la Russia si estese notevolmente verso est, sconfiggendo i khanati di Kazan e Astrachan, eredi dell’Orda d’Oro. Tuttavia, il suo regno fu segnato anche da una repressione brutale, con l’istituzione dell’Opričnina, un corpo paramilitare fedele solo allo zar, che terrorizzò la nobiltà boiarda.

Ivan il Terribile resta uno dei personaggi principali della storia russa, emblema della tensione tra autoritarismo e centralizzazione statale.

Punti chiave:

  • Riunificazione dei territori russi sotto il Principato di Mosca;
  • Sconfitta dei khanati di Kazan e Astrachan;
  • Proclamazione dello zarismo nel 1547;
  • Politiche repressive e autoritarie di Ivan il Terribile;
  • Costruzione della Cattedrale di San Basilio e altri monumenti iconici.

4. I Romanov e la Russia Imperiale

Michele Romanov

Dopo il Periodo dei Torbidi, una fase di grave instabilità politica e sociale seguita all’estinzione della dinastia rurikide, nel 1613 fu eletto zar Michele Romanov, un giovane nobile di appena 16 anni.

La sua ascesa, sostenuta dalla nobiltà e dalla Chiesa ortodossa, segnò l’inizio della dinastia dei Romanov, che avrebbe retto la Russia per oltre tre secoli, fino alla Rivoluzione del 1917.

I Romanov consolidarono il potere centrale, promossero la colonizzazione della Siberia e guidarono l’espansione imperiale. Sotto il loro regno, la Russia si affermò come una delle principali potenze europee, grazie anche alla costruzione di magnifici palazzi, giardini e musei che riflettevano la grandezza dell’Impero. Fu un’epoca di rigida gerarchia sociale, ma anche di grandi trasformazioni culturali e politiche.

Punti chiave:

  • Elezione di Michele Romanov come zar nel 1613;
  • Consolidamento del potere centrale e espansione territoriale;
  • Costruzione di palazzi e giardini in stile barocco e neoclassico;
  • Intreccio tra aristocrazia, Chiesa ortodossa e monarchia;
  • Ruolo crescente della Russia sulla scena europea.

5. Pietro il Grande e le Riforme dell’Impero

Pietro Il Grande

Pietro il Grande rivoluzionò la Russia sul piano politico, militare e culturale, ponendo le basi per una potenza moderna. Salito al trono nel 1682, e diventato unico sovrano nel 1696, Pietro affrontò con energia straordinaria la sfida di modernizzare un Paese ancora profondamente feudale.

Pietro il Grande viaggiò in incognito in Europa occidentale per apprendere direttamente le innovazioni tecniche e amministrative e al suo ritorno impose riforme radicali.

Ridisegnò l’esercito e la marina sul modello occidentale, riorganizzò l’amministrazione statale e obbligò la nobiltà a seguire un nuovo stile di vita europeo.

La fondazione di San Pietroburgo nel 1703, su un territorio strappato alla Svezia, rappresentò il simbolo di questa nuova Russia aperta all’Occidente. La città, costruita tra paludi e canali, divenne la nuova capitale e un monumento vivente al suo progetto imperiale.

Pietro è senza dubbio uno dei personaggi principali della storia russa e un simbolo del passaggio dalla tradizione medievale all’età moderna.

Punti chiave:

  • Fondazione di San Pietroburgo nel 1703 come “finestra sull’Europa”;
  • Riforme militari e civili ispirate ai modelli europei;
  • Modernizzazione dell’esercito e della marina;
  • Apertura dei primi musei e istituti scientifici;
  • Centralizzazione del potere e controllo della nobiltà.

6. La Crisi del Regime Zarista e la Rivoluzione del 1917

Zaristi Vs Rivoluzionari Russi

Il malcontento popolare, la povertà diffusa tra le classi contadine e operaie, e le disastrose sconfitte militari subite durante la Prima Guerra Mondiale alimentarono un clima di crescente instabilità politica e sociale.

Il regime zarista, guidato da un indebolito zar Nicola II, appariva ormai incapace di rispondere alle esigenze di un Paese in rapido mutamento.

La situazione esplose con la Rivoluzione del febbraio 1917, che costrinse il sovrano all’abdicazione. Un governo provvisorio tentò invano di gestire la transizione, ma fu rovesciato pochi mesi dopo dall’insurrezione bolscevica dell’ottobre, guidata da Lenin.

La Rivoluzione del 1917 segnò così non solo la fine della monarchia e del regime zarista, ma l’inizio di una nuova epoca radicale che avrebbe trasformato la Russia in uno Stato socialista sotto il controllo del partito comunista.

  • Insofferenza verso il regime zarista e le disuguaglianze sociali;
  • Debolezza del zar Nicola II e crisi della dinastia dei Romanov;
  • Influenza dei movimenti rivoluzionari e comunisti;
  • Caduta del governo provvisorio e ascesa dei bolscevichi;
  • Nascita della Repubblica Socialista Federativa Sovietica di Russia.

7. L’Era Sovietica: Da Lenin a Stalin

Lenin e Stalin

Dopo la Rivoluzione russa, il Paese entrò nell’era sovietica sotto la guida leninista, con la fondazione della Repubblica Socialista Federativa Sovietica di Russia come nucleo originario dell’URSS.

Lenin implementò misure economiche drastiche come il comunismo di guerra, seguito poi dalla Nuova Politica Economica (NEP), che reintrodusse elementi di libero mercato per salvare un’economia al collasso.

Alla sua morte, nel 1924, salì al potere Iosif Stalin, che avviò una trasformazione profonda e autoritaria dello Stato sovietico. La sua leadership fu brutale e centralizzante: impose il Primo Piano Quinquennale nel 1928, avviando un’intensa fase di industrializzazione e collettivizzazione forzata delle campagne.

Milioni di contadini furono deportati o morirono a causa delle carestie provocate. Le purghe staliniane eliminarono ogni opposizione politica e instaurarono un clima di terrore, mentre il culto della personalità attorno a Stalin divenne totalizzante.

Nonostante l’enorme costo umano, l’URSS emerse come potenza industriale e militare, fino a dotarsi della bomba atomica.

Punti chiave:

  • Guerra civile tra bianchi e rossi (1918-1921);
  • Politiche di collettivizzazione e industrializzazione forzata;
  • Attuazione del Primo Piano Quinquennale nel 1928;
  • Purge staliniane e culto della personalità;
  • L’URSS diventa una superpotenza mondiale dotata di bomba atomica.

8. La Guerra Fredda e il Mondo Bipolare

Guerra Fredda

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Russia sovietica divenne protagonista della Guerra Fredda contro gli Stati Uniti e i loro alleati, tra cui Gran Bretagna e Francia. Questo scontro ideologico e geopolitico tra i due blocchi – il mondo capitalista e quello comunista – si manifestò attraverso una serie di crisi internazionali, come il blocco di Berlino, la guerra di Corea, la crisi di Cuba e il conflitto in Vietnam.

L’URSS estese la propria influenza su gran parte dell’Europa orientale, imponendo regimi comunisti nei Paesi del Patto di Varsavia, compresa l’annessione forzata delle repubbliche baltiche come Estonia e Lettonia.

La politica estera fu gestita con pugno di ferro dal Cremlino, dove, dopo la morte di Stalin nel 1953, salì al potere Nikita Krusciov come segretario generale.

La corsa agli armamenti, inclusa la costruzione di armi nucleari e l’esplorazione spaziale, simboleggiava il confronto tecnologico e militare tra i due schieramenti.

Nonostante alcune aperture diplomatiche, come le conferenze di Ginevra, il clima rimase teso per decenni, con un controllo sociale capillare e una censura diffusa all’interno dell’URSS.

Punti chiave:

  • Conquista dell’Europa orientale, compresa Estonia e Lettonia;
  • Crisi internazionali e conferenze diplomatiche (come Ginevra);
  • Successione nel Cremlino: Krusciov diventa segretario generale dopo la morte di Stalin;
  • Corsa agli armamenti e sfide ideologiche tra blocchi;
  • Forte controllo sociale e censura durante la Guerra Fredda.

9. Gorbachov, la Perestrojka e il Crollo dell’URSS

Gorbachov

Negli anni ’80, Mikhail Gorbachov, segretario generale del PCUS, avviò una serie di riforme ambiziose nel tentativo di modernizzare e salvare l’Unione Sovietica. Lanciò la Perestrojka, una riforma economica orientata alla decentralizzazione e all’efficienza produttiva, e la Glasnost, una politica di trasparenza che permise una libertà di stampa senza precedenti nella storia sovietica.

Tuttavia, queste aperture portarono a conseguenze inattese: aumentarono le critiche al governo sovietico, emersero tensioni nazionaliste nei vari territori dell’URSS e si indebolì il controllo del Partito Comunista.

Il programma contro l’alcolismo, simbolicamente rappresentato dalla “legge secca”, fallì nell’intento di cambiare la cultura sociale e divenne motivo di derisione.

Le sue riforme, pur animate da buone intenzioni, finirono per accelerare la disgregazione dell’intero sistema sovietico, culminata nel tentato colpo di Stato del 1991 e nella dissoluzione definitiva dell’URSS.

Punti chiave:

  • Introduzione della Perestrojka (riforma economica) e della Glasnost (trasparenza);
  • Programma contro l’alcolismo e legge secca;
  • Indebolimento del Partito Comunista e aumento delle critiche interne;
  • Tentato colpo di Stato a Mosca nell’agosto 1991;
  • Fine del governo sovietico e disgregazione dell’URSS nel dicembre 1991.

Dall’antica Rus’ di Kiev all’attuale Presidenza della Federazione Russa, la storia della Russia è un intreccio di potere, sofferenza e rinascita. Un buon insegnante di russo o una guida esperta sapranno sempre trasmettere non solo la lingua, ma anche la profondità di un passato che continua a vivere nel presente.

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